Scrive Paola Bignardi su Avvenire: «I giovani sono il presente, ma sono anche il futuro. Possono aiutare a rinnovarci, a restare contemporanei, a non rinchiuderci nelle nostre abitudini, nella ripetizione, nei pensieri già pensati. Il loro è un punto di vista prezioso, non per chiuderci nella riflessione su una generazione, ma per gettare uno sguardo sul mondo e sulla Chiesa che verranno. (…) Gli adulti, quelli che hanno responsabilità a tutti i livelli, devono decidere se fidarsi dei giovani o continuare ad essere semplici gestori di un presente destinato a diventare rapidamente passato».
Quando ci si riferisce ai giovani, soprattutto nelle realtà appartenenti alla Chiesa, si rischia sempre di creare una categoria a parte, con aspettative e preconcetti spesso inadeguati. Ma il giusto approccio con le nuove generazioni è una vera e propria sfida e necessita di grande sapienza, apertura e attenzione. Serve mettere in campo grandi energie per proporre iniziative all’altezza dei bisogni dei più giovani, che vivono in una realtà che offre tutto, troppo, e che rischia di diventare niente. Bisogna essere in grado di uscire dal paradigma delle relazioni tra adulti, che si presuppone siano caratterizzate da equilibrio, costanza, affidabilità… (ne siamo proprio sicuri?). Come spesso richiama il nostro fondatore Paolo Maino,
serve essere in grado di “farsi tutto a tutti”, adattando modalità organizzative, modi di stare insieme, linguaggio, stile formativo ecc.
A volte si viene presi dallo scoraggiamento causato da piccole grandi delusioni, ma la soddisfazione nel vedere delle giovani vite prendere il volo ha sempre il sopravvento. E allora ogni volta che i giovani non rispondono alle proposte che porgiamo loro, dovremmo interrogarci su cosa avremmo potuto fare di diverso: dov’è il loro cuore? Quali sono le domande che si pongono? Cosa sa accendere il loro entusiasmo?
Prendersi cura dei giovani per Via Pacis è sempre stata una priorità, e non potrebbe essere altrimenti se vogliamo ci sia futuro per l’Associazione e per l’umanità. Da alcuni anni sono proposte varie iniziative ad ampio raggio, per provare a essere più attraenti anche per chi non si crede interessato da percorsi esclusivamente spirituali. E così sono nati pomeriggi di giochi da tavolo, gite, campeggi estivi e invernali, worship concerts, pranzi e cene condivisi… Il tutto unito al coinvolgimento attivo con bambini, disabili e poveri, opportunità fondamentali per dare la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, così come sentirsi valorizzati e capaci di donare affetto e aiuto concreto. Il tutto con la semplicità dello stare assieme, in maniera semplice e gioiosa, senza il bisogno di mettere maschere per apparire ciò che non si è. Questo è uno degli aspetti più apprezzati: l’accoglienza incondizionata senza paura del giudizio, senza essere in competizione per essere la più bella o il più palestrato…
Ma tutto ciò non basta a cambiare le vite di questi ragazzi e ragazze.
È solo l’esperienza viva di quel Dio capace di stravolgere il loro cuore con il suo amore traboccante e incondizionato che può far vincere le paure e riempire i vuoti.
Questa è l’essenza dell’offerta che Via Pacis fa ai giovani come a tutti: sperimentare la presenza di Dio nella propria vita per trovare la libertà di diventare ciò che Lui ha messo nel nostro cuore da sempre.
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di Lorenzo Parisi