Essere soltanto dei lettori della Bibbia non è sufficiente. D’altro canto, anche limitarsi ad essere degli oranti della Bibbia ci impedirebbe di vivere in tutta la sua pienezza l’autentica lettura spirituale della Sacra Scrittura. È la Bibbia stessa che ce lo dice:
«Chi ascolta la mia parola e non la mette in pratica è simile a un uomo stolto che costruisce la sua casa sulla sabbia» (Mt 7,26)
La posta in gioco, dunque, è altissima. Se non ci si sforza ad attuare concretamente nella propria vita la Parola di Dio che si è letto e pregato, si rischia di comportarsi come degli ingegneri folli che costruiscono la propria casa su un terreno inadatto (da notare: la sua casa dice Matteo; non: la casa degli altri; quindi la stoltezza è doppia: oltre a fare una cosa assurda, la fa proprio a sé stesso). Fuor di metafora, è come se noi, limitandoci solamente a leggere e pregare la Parola di Dio senza metterla poi in pratica, costruissimo la nostra vita sul niente, sul vuoto, illudendoci di fare chissà che cosa per la nostra vita spirituale. In realtà, il tempo che dedicheremmo alla Bibbia si trasformerebbe ben presto in una fuga dalla realtà, dalla nostra realtà, fatta da noi stessi (con i nostri pregi e i nostri difetti), dalla nostra famiglia, dal nostro coniuge, dai nostri fi gli, dai nostri colleghi di lavoro, dagli altri membri di Via Pacis. È all’interno di questi rapporti interpersonali e con noi stessi che dobbiamo far penetrare la Parola di Dio, letta e pregata precedentemente.
Chi pensa di riuscire a costruire una casa sulla sabbia è semplicemente un povero illuso. Al primo temporale la casa scivolerà via insieme alla sabbia. Così è per ciascuno di noi. Se ci si limitasse ad essere ascoltatori della Parola di Dio, si diventa persone che illudono se stesse:
«Siate di quelli che mettono in pratica la parola, e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi» (Gc 1,22).
Ci si illude, cioè, di aver compreso la Parola di Dio, mentre in realtà la si capisce in tutta la sua pienezza soltanto se la si mette in pratica nella propria vita quotidiana.
La spiritualità Via Pacis sa che il bello della Parola di Dio è che la si può mettere in pratica subito. Il problema è che spesso, a causa dei mille impegni, del proprio carattere e via discorrendo, ci si dimentica troppo facilmente ciò che si è “visto” di noi e di Dio nello “specchio” delle pagine bibliche:
«Se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era» (Gc 1,23-24).
(…) Camminare sulla via della pace, sostenuti dalla spiritualità Via Pacis, significa allora evitare di essere degli “smemorati” o dei “temporeggiatori” circa le cose di Dio. Concretamente ciò vuol dire farsi accompagnare da quella Parola che è “brillata” agli occhi del proprio cuore durante la “lettura-preghiera” della Bibbia lungo tutta la giornata, affinché sia essa a trasformare e modellare il nostro modo di essere e quindi di agire.
(dal Quaderno di formazione “Conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio”, Antolini Tione 2011)
di Gregorio Vivaldelli