La logica dei 5 pani

Era una tiepida sera di settembre del 1979. Nella cucina di un appartamento alla periferia di Riva del Garda sedevano alcune persone, amici di Paolo ed Eliana, invitati per la prima volta a condividere la celebrazione della Messa con don Domenico, un prete di mezza età dagli occhi sorridenti. C’erano soprattutto giovani, anche una mamma col suo primogenito di pochi mesi, Lorenzo. Eliana accompagnava i canti della liturgia con uno strumento venuto dagli Stati Uniti, un’arpetta automatica. Un inizio più semplice non si può immaginare. Eppure lì, in quella cucina profumata di erbe aromatiche, muoveva i primi passi l’Associazione Via Pacis, a cui, 30 anni dopo, il cardinale Rilko avrebbe detto: «Grazie a voi, quante vite sono cambiate, quanti battezzati hanno incontrato Cristo e scoperto la bellezza di essere cristiani, quante famiglie rinnovate, quanta fantasia missionaria e quanto zelo missionario liberati in giovani e adulti, quante opere di solidarietà… Per tutti questi frutti noi oggi rendiamo grazie al Signore. Per questi frutti oggi la Chiesa vi ringrazia».

Ripensando a quella sera di 45 anni fa, mi risuona la domanda dell’apostolo Andrea, quando presenta a Gesù i 5 pani e i due pesci, con 5000 persone da sfamare: «Cos’è questo per tanta gente?» (Gv 6,9b)

Una coppia sterile, un prete segnato dalla malattia, poche persone alla ricerca di una vita cristiana più autentica, cos’è questo per tanta gente?

Un uomo nato in Uganda, con una storia difficile, in cammino per il sacerdozio, per poter più efficacemente servire la sua gente, gli ultimi, gli esclusi: cos’è questo per tanta gente?

Agosto 2024, quattro membri di Via Pacis annunciano il Vangelo della pace negli slums di Kampala, sperimentando tutta l’impotenza davanti ai drammi del mondo.

Cos’è questo per tanta gente?

«Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto“. Li raccolsero e riempirono dodici canestri» (Gv 6,11-13a).

Sì, anche nella nostra realtà si mostra vera la logica di Dio, che rinnova sempre il miracolo del pane condiviso e moltiplicato, segno di speranza.

Logica sconvolgente, che sa vedere nel seme più piccolo l’albero dalle fronde ristoratrici, fra le quali trovano rifugio gli uccelli del cielo e l’uomo si ripara alla sua ombra. La recente Assemblea Generale, che ha tracciato il cammino dell’Associazione per i prossimi 5 anni, ci spinge tutti, membri, collaboratori, simpatizzanti, a lavorare ogni giorno per il Vangelo della pace, senza timidezze e paure. La Chiesa e il mondo hanno bisogno di noi, del nostro piccolo, ma fecondo contributo.

 

di Maria Luisa Toller

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