Se scopriamo la gratitudine, scopriamo il segreto della felicità, come insegnava un vecchio film, Il segreto di Pollyanna. Il segreto della felicità è vedere il positivo che c’è, veramente, in ogni cosa e in ogni persona.
Gratitudine come “parola d’ordine”, in ogni momento, per tutto quello che vediamo e viviamo. Si tratta di un esercizio molto semplice e concreto: ringraziare una commessa gentile, un medico disponibile, il sacerdote che ci confessa; essere grati per ogni sorriso ricevuto, per ogni messaggio o mail… sempre, senza dare niente per scontato o dovuto. Gratitudine per esserci alzati stamattina, perché possiamo parlare e ascoltare, e tutto ciò che diamo per scontato.
È importante essere grati anche per le cose che ci feriscono, perché ci svelano una parte di noi che ha bisogno di essere presa in mano e sanata. La persona o l’evento che ci rivelano una nostra debolezza diventano strumento per una nostra maggiore libertà.
La gratitudine scaturisce dalla consapevolezza del tanto che abbiamo ricevuto. Ed è proprio tanto quello che riceviamo, da Dio e dai fratelli. Questa consapevolezza ci spinge a dare, alimentando la fraternità con il nostro contributo.
Potrebbe darsi che pensiamo di non aver ricevuto nulla, o troppo poco. Se siamo in questa situazione potrebbe esserci qualche problema a livello di libertà affettiva, una difficoltà a lasciarsi amare. Se siamo convinti di non aver ricevuto nulla, probabilmente c’è una porta chiusa nel cuore che ci impedisce di vedere che il sole splende anche per noi, che il bene c’è anche per noi.
Eliana Aloisi