Il pellegrinaggio cristiano è un viaggio che ha il senso di rappresentare simbolicamente il nostro proposito di camminare verso Gesù.
Pellegrinare vuol dire uscire, staccarci dagli idoli, tagliare con le sicurezze umane per camminare solo con Dio e approdare all’eternità. Tutta la vita di Israele è un pellegrinare continuo. Pensiamo ad Abramo, l’arameo errante che esce dalla sua terra e va in un luogo che il Signore gli mostrerà:
«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1).
Il Signore lo invita a lasciare tutto e Abramo diventa il pellegrino continuo, l’errante continuo, senza stabile dimora, senza sapere dove andare. Il Signore lo sta maturando e così gli sta rivelando il senso della vita, che è un pellegrinare continuo. La lettera agli Ebrei specifica il significato del pellegrinare di Abramo: «Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso». (Eb 11,8-10)
Cristo, che porta a compimento tutte le cose, porta a compimento anche il senso del pellegrinaggio. Lui diventa il pellegrino che scende dal cielo: tutta la vita di Gesù è un pellegrinaggio, da prima di nascere, alla fuga in Egitto, al ritorno a Nazareth, ai pellegrinaggi annuali con i genitori al Tempio di Gerusalemme… Tutta la sua vita pubblica è all’insegna del pellegrinare, tanto che non aveva nemmeno dove posare il capo. Nel racconto dell’evangelista Luca la vita di Gesù è un viaggio da lontano che culmina in Gerusalemme dove si compie il mistero pasquale.
Allora il pellegrinaggio per noi significa camminare sulle orme di Gesù, verso la liberazione profonda da tutti gli idoli, perché solo Dio deve avere il primato nella nostra vita; è Lui che ci conduce come vuole e dove vuole. Ecco che è insita nel pellegrinare la penitenza, cioè il lasciare, lo staccare, il “morire” alle comodità e ai nostri schemi. Questo “lasciare” è per lasciarci condurre dal Signore che cammina con noi nella storia.
da un’omelia di don Domenico Pincelli