Don Domenico, ricordo…

Carissimo «don», cosa ricordo di te?

Ricordo il tuo sguardo: se chiudo gli occhi è lì e mi osserva. Sguardo accogliente, sereno, sapiente, comprensivo come quando mi ascoltavi in silenzio e lasciavi che vuotassi davanti a Dio e a te, suo umile servo, il sacco della mia spazzatura, niente ti scandalizzava. Sguardo anche furbo, sornione… quando, dopo anni che ci conoscevamo, pian piano mi conducevi a trarre da me la conclusione, la decisione giusta, senza mai perdere la pazienza di fronte alla mia memoria corta.

Ricordo il tuo sorriso fanciullo, aperto, lieto della gioia che trovavi nei bambini intorno a te e di cui… tu eri il primo. Il sorriso stanco, di cui non sempre mi rendevo conto, che mi aspettava quando, all’inizio del mio cammino, arrivavo per ultima a causa del lavoro mentre tu avevi già vissuto un lungo ed estenuante pomeriggio. Ma in quella sacrestia esisteva solo il tempo della misericordia che tu, da buon amministratore, elargivi a piene mani.

Ricordo le tue parole, perle di umanità e di grazia divina, che riempivano il cuore di luce, di pace, di speranza e guarigione. Parole sussurrate al cuore nel momento del perdono e parole ardite, profetiche, appassionate quando parlavi alla tua comunità e ci portavi al cuore del mistero, all’incontro con la persona viva di Gesù. E quella frase, ad ogni riconciliazione: «Ama, prega, perdona» ogni volta ripetuta con ostinazione, vero “mantra” di salvezza, via di libertà.

Ricordo poco della tua malattia, del tempo in cui ti sei pian piano ritirato ai nostri occhi per prepararti all’incontro “faccia a faccia” con il tuo Signore e Salvatore. Solo un flash: dal tuo letto di ospedale, debolissimo ancora ci sussurravi «… forza, sempre avanti!».

Possibile non ricordare altro?… Ma la tua presenza di padre amorevole, di guida illuminata, di fratello ora potente intercessore presso Dio, mi è sempre accanto, è divenuta parte di me e il ricordo è vita.

 

Marilena

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Buon anno con don Domenico