In quest’Anno Giubilare, si è celebrata nelle diocesi in tutto il mondo la XII edizione delle «24 ore per il Signore», iniziativa quaresimale di preghiera e riconciliazione voluta da Papa Francesco. L’evento si è svolto alla vigilia della IV Domenica di Quaresima, da venerdì 28 a sabato 29 marzo. Per questa edizione, all’interno del Giubileo del 2025, particolarmente dedicato alla Speranza, il motto scelto dal Santo Padre è tratto dalle parole del Salmista: «Tu sei la mia speranza» (Sal 71,5). È stata un’occasione preziosa per portare davanti alla croce la fragilità e la bellezza che abitano le nostre comunità. Anche Via Pacis ha partecipato, nella notte, all’adorazione nel Santuario Madonna delle Grazie di Arco (TN). Un tempo opportuno per prepararci ad accogliere le parole che gli angeli rivolgono alle donne in lutto per la morte di Gesù, nella Veglia pasquale: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”.
«Queste parole sono come una pietra miliare nella storia; ma anche una “pietra d’inciampo”, se non ci apriamo alla Buona Notizia, se pensiamo che dia meno fastidio un Gesù morto che un Gesù vivo! Invece quante volte, nel nostro cammino quotidiano, abbiamo bisogno di sentirci dire: “Perché stai cercando tra i morti colui che è vivo?”. (…)
Tu, perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che ti chiudi in te stesso dopo un fallimento e tu che non ha più la forza di pregare? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che ti senti solo, abbandonato dagli amici e forse anche da Dio? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che hai perso la speranza e tu che ti senti imprigionato dai tuoi peccati? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che aspiri alla bellezza, alla giustizia, alla pace? (…)

Questo ammonimento, “Perché cercate tra i morti colui che è vivo”, ci aiuta ad uscire dai nostri spazi di tristezza e ci apre agli orizzonti della gioia e della speranza. Quella speranza che rimuove le pietre dai sepolcri e incoraggia ad annunciare la Buona Novella, capace di generare vita nuova per gli altri». (Papa Francesco, Udienza generale 23 aprile 2014)