Ci scrive dalle Filippine, Suor Rosanna, nostra referente in loco:
“L’anno scolastico 2020-2021 sarà ricordato da tutti come l’anno Covid19, l’anno dell’istruzione a distanza.
L’istruzione a distanza ha incontrato molte difficoltà, prima fra tutte la comunicazione online, poi l’impossibilità di raggiungere le abitazioni dei ragazzi per consegnare il materiale di studio e raccogliere i loro lavori, esercizi, esami. Tuttavia, fatiche e difficoltà hanno portato frutti, i ragazzi hanno realizzato l’importanza dello studio, della scuola, del ruolo dell’insegnante, dei testi da poter consultare e del miracolo della tecnologia che appiana le distanze. Gli insegnanti hanno avuto modo di riscoprire che il cuore della loro professione è far crescere, non solo la persona singola, ma anche la famiglia chiamata a supplire la presenza fisica degli insegnanti, assicurando un’adeguata assistenza durante le ore di studio.
Condivido quanto è stato fatto nel villaggio di Paclolo dove internet non è disponibile, ma sono arrivati i cellulari. Visto che la ricezione del segnale è debole, bisogna spostarsi nella parte più alta del villaggio, sui monti, per ricevere e inviare messaggi. Per facilitare le operazioni sono stati installati dei pali di bambù vicino alle case, con dei sacchettini di plastica e una corda. Vengono fatti salire i telefonini fino alla cima del bambù durante le ore convenute per ricevere le indicazioni dagli insegnanti.
[…] Queste sono immagini che emergono dagli scritti dei nostri ragazzi ai quali abbiamo chiesto di raccontare le loro esperienze di studio a distanza. L’assenza del vissuto a scuola, del rapporto con amici e insegnanti ha portato alla consapevolezza del dono che rappresenta la scuola e dell’importanza di un impegno costante verso se stessi e verso gli altri.
Ricordo quando la mamma mi svegliava al mattino presto ed ero contenta di iniziare il lungo cammino verso la scuola anche se era buio o pioveva. Con i miei amici potevamo vedere le piante crescere e dare frutti e anche gli effetti della siccità o dei tifoni. Potevamo giocare e raccontarci tante cose. La scuola era come essere a casa.
A volte mi chiedo perché non ho saputo vedere l’importanza di tutti i momenti trascorsi a scuola e mi chiedo come ho fatto a viverli in fretta e a volte con il broncio. È arrivato il Coronavirus a farmi capire il valore di quello che mi era dato di vivere, il lockdown ci ha obbligato a stare dentro casa.
Quanto mi manca la scuola! Quasi non riesco a pensare che è passato un intero anno scolastico senza andare a scuola, abbiamo studiato in casa attraverso i Module, ma con quanta fatica.
L’anno scolastico 2020-2021 rimarrà indimenticabile con le sue tante novità, sacrifici, incertezze ma anche per aver affermato in tanti modi che l’educazione rimane un pilastro importante nella vita di ogni persona e società: genitori impegnati a fare i compiti insieme ai figli, insegnanti instancabili nel far raggiungere lezioni, messaggi e compiti da fare anche nei villaggi più lontani, affrontando fatica e rischio di contagio, studenti desiderosi di tornare a scuola…”