Mi sono chiesta più volte perché Papa Francesco parli spesso delle chiacchiere, non usi mezzi termini: proprio gli stanno antipatiche e non le tollera! Che sia un difetto così diffuso? Boh…
Istintivamente mi hanno sempre infastidito le persone che spettegolano, che osservano la vita degli altri e ci ricamano su, ma non mi sembrava un comportamento così diffuso… pensavo riguardasse solo quelle donne impiccione, che non hanno molto da fare e sanno tutto di tutti… E, pensavo, non sono certo io una del genere!
Invece mi sono dovuta ricredere. È un difetto molto diffuso, più di quanto immaginassi, e ci sono dentro purtroppo anch’io, magari solo per fare conversazione con le persone con le quali ho poco in comune. Riflettendo, ho capito meglio ciò che può scattare dentro.
Chiacchierare, sparlare, conversare sugli altri ha un gusto particolarmente attraente, trovare i difetti negli altri ci fa sentire più bravi, storna l’attenzione dai nostri difetti. A volte le osservazioni fatte con minuzia e arte ci fanno sentire più intelligenti e capaci di captare quelle cose che agli altri sfuggono. Come se volessimo sottolineare che noi quei difetti non li abbiamo e quelle cose non le faremmo mai in quel modo!
Anche i social possono servire a questo scopo: criticare e mettere alla gogna qualcuno, con commenti gratuiti, ironici e a volte perfidi, ci fa sentire ‘migliori’ ed esenti da ciò che stiamo bersagliando.
Ho capito che c’è tanta ingiustizia in tutto questo. Nessuno sa cosa c’è dietro un comportamento apparentemente ‘strano’, o ‘cattivo’. Certo, un fatto lo si può giudicare come male o bene, ma la persona no. Non abbiamo il potere di leggerla dentro. Inoltre, la vittima non può neanche difendersi. Come dice il Papa:
“Il chiacchiericcio distrugge tutto: la società, gli amici, la famiglia, il quartiere… è dalla lingua che incominciano le guerre”.
È vero, ci sono anche momenti in cui abbiamo bisogno di sfogarci con qualcuno di fidato se subiamo un torto, ma la dignità di ogni persona è e dev’essere sacra, protetta. Non ci si può fermare a sfogarsi se alla fine non abbiamo parole di misericordia e di bontà nei confronti di chi ci ha ferito. Non siamo legittimati alle chiacchiere neanche se siamo colpiti in prima persona.
Certo, è più difficile intessere relazioni dove non si chiacchiera. È più difficile cercare argomenti interessanti che esulino dal comportamento degli altri. È più difficile coltivare una buona autostima vera che costruirla sulle spalle degli altri. È più difficile trovare argomenti coi colleghi che non riguardino le critiche verso i superiori che ‘sbagliano sempre’, o sui politici o sulla sanità…
Ed allora ho compreso il Papa, perché ha tanta antipatia per le chiacchiere! Ci allontanano da noi stessi, dal prossimo e da Dio… Sì, perché iniziamo a vivere nella non verità, nella non misericordia, nella schiavitù e nell’illusione di allacciare amicizie e costruire sulle rovine degli altri. C’è bisogno di coraggio e di forza per decidere di non farlo più e il metterlo in pratica è un allenamento costante, vigile, che ci trasforma il cuore ed apre i nostri occhi a cose nuove, più belle, più positive!
Dalla Rivista Sulla Via della Pace n° 64, articolo di Ignazina Crociata
Rubrica Testimonianze