3 giugno 1979. Perdere per ritrovare

Quarantaquattro anni fa i fondatori di Via Pacis, Eliana e Paolo Maino e don Domenico Pincelli, decisero di scommettere tutta la loro vita sul Vangelo, di darsi completamente a Dio. E dissero a Dio: Siamo tuoi! E si dissero reciprocamente: siamo tuoi!

E più lo hanno ripetuto ogni giorno – nelle difficoltà e nelle incomprensioni, nelle delusioni e negli sconforti della vita – più hanno potuto essere luce per tanta gente.

La nostra origine è legata indissolubilmente a questa scelta folle di spoliazione totale. Siamo stati innestati in questo vortice, che è come un tornado: prima ti attira, tanto da non poter resistere, e poi ti spinge fuori con altrettanta forza!

Noi lottiamo tutta la vita per essere indipendenti, autonomi, per possederci. Ma siamo veramente liberi quando non ci apparteniamo, governiamo davvero la nostra vita quando lasciamo che sia Dio a regnare.

«Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).

Più io perdo la mia vita, e più la ritrovo: e non ritrovo la stessa vita di prima, ma una vita nuova, diversa. Più mi perdo e più mi ritrovo. Più mi scopro perduto, e più sperimento la gioia dell’essere ritrovato.

I discepoli pensavano di avere visto tutto di Gesù nei tre anni trascorsi assieme, pensavano di sapere tutto di Lui. Eppure, quando Gesù appare sul mare di Tiberiade, non lo riconoscono. Ritornano nel tran-tran della loro quotidianità, rinunciando ai sogni che avevano coltivato. Ma non funziona più come prima… L’incontro con Gesù, con la vita vera, l’esperienza di quella gioia diversa, quella libertà che abbiamo assaporato, è un punto di non ritorno. Niente è più come prima.

Dopo quarantaquattro anni, non è arrivato il momento di voltare pagina, ma di continuare a scriverne di nuove.

 

Ruggero Zanon Presidente dell’Associazione Via Pacis

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