Uno sguardo sul Myanmar: questo il titolo della serata che ha toccato i cuori dei numerosi presenti in sala, che ha “aperto uno sguardo sul mondo”, come ha detto l’Assessore alla cultura della città di Arco Guido Trebo.
A più di due anni dal Colpo di Stato del 1° febbraio 2021, data che ha cambiato le vite del popolo birmano, i media e la comunità internazionale sembrano essersi dimenticati della guerra civile in corso, una guerra che ha distrutto villaggi, famiglie, comunità, e che sembra non vedere presto una fine.
“All’inizio pregavamo che tutto finisse in poco tempo, non pensavamo che sarebbe durata così tanto”, condivide con le lacrime agli occhi suor P., una suora birmana che collabora con l’Associazione Via Pacis nei progetti di solidarietà a Loikaw, Myanmar.
Tante sono le sofferenze che le suore hanno vissuto, tante le difficoltà che tuttora affrontano, che nella serata al Centro Internazionale Via Pacis del 20 giugno sette suore missionarie tra cui suor Rosanna Favero, arrivate direttamente dalle Filippine e dal Myanmar, hanno desiderato condividere con i partecipanti.
“La nostra missione è anche saper essere sostegno per tutti quelli che incontriamo, per i tanti feriti, quelli che non hanno più niente, i profughi, i tanti bambini che vengono a cercare riparo, cibo e istruzione in Casa Via Pacis”, ci condividono.
“Il nostro sorriso porta speranza, e nonostante la paura e le fatiche, insegniamo ai bambini che la cosa più importante è pregare per la pace, sperare nella pace, e lavorare per costruire la pace, a partire da noi stessi”, racconta suor E.S, la responsabile della Casa della Pace (ndr. Centro di Accoglienza per bambine orfane costruito dall’Associazione Via Pacis nel 2013, progetto finanziato dalla Regione Trentino Alto Adige, che ora ospita tante bambine sostenute tramite adozioni a distanza).
Mentre le missionarie ci condividono il loro operato in Myanmar in questi ultimi due anni, in sala c’è un silenzio assordante: c’è commozione, unità profonda con le suore e il popolo birmano, e consapevolezza che “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” (1 Cor 1, 27), per portare avanti anche quello che sembra impossibile, come il portare ogni giorno pace, sorrisi, aiuto, conforto e speranza.
La serata termina con un commovente momento di preghiera, con la partecipazione dei sacerdoti presenti in sala, per affidare a Dio la missione delle suore, la situazione del popolo birmano e dei tanti paesi che stanno soffrendo dimenticati, e per intrecciare sempre più Via Pacis e la congregazione per continuare a portare del bene.
Un grazie speciale all’arcivescovo di Trento S.E. mons. Lauro Tisi e l’arcivescovo emerito di Trento mons. Luigi Bressan, già Nunzio Apostolico in Myanmar, Thailandia, Cambogia e Laos, per il tempo dedicato alle missionarie e all’Associazione Via Pacis in mattinata, oltre che per aver assicurato una continua collaborazione nell’operare per la pace e il sostegno della Chiesa nelle nazioni perseguitate.
Continuiamo ad assicurare il nostro sostegno spirituale ed economico a questo popolo sofferente, all’intera congregazione e a tutti quelli che stanno dando la vita per aiutare chi è nel bisogno, consapevoli che anche la nostra piccola goccia di bene, da qui, è fondamentale per diventare un mare di bene e di speranza per il Myanmar.
Se vuoi aiutare anche tu:
Leggi anche l’articolo del giornale Vita Trentina cliccando qui o guarda l’intervista per TGR Trento cliccando qui.