La “terza guerra mondiale a pezzi”, come la definì Papa Francesco nel 2014, si sta componendo come un agghiacciante puzzle sotto i nostri occhi distratti. Il carico di morte, distruzione, perdita di umanità che le varie guerre in corso, lontane o vicine che siano, portano con sé, rischia di toccarci solo se ha qualche conseguenza sui nostri conti correnti. Lasciamoci scuotere! Il senso di impotenza che proviamo ci accomuna ai “senza voce” che perdono tutto, anche la vita.
Riascoltiamo l’appello del Papa Giovanni XXIII, che 60 anni fa scriveva nell’enciclica Pacem in terris (87-88): «A tutti gli uomini di buona volontà spetta un compito immenso: il compito di ricomporre i rapporti della convivenza nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà (…). Ogni credente, in questo nostro mondo, deve essere una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore nella massa: e tanto più lo sarà, quanto più, nella intimità di se stesso, vive in comunione con Dio. Infatti non si dà pace fra gli uomini se non vi è pace in ciascuno di essi. Ma la pace rimane solo suono di parole, se non è fondata sulla verità, costruita secondo giustizia, vivificata e integrata dalla carità e posta in atto nella libertà. Questa è la pace che chiediamo a Lui con l’ardente sospiro della nostra preghiera».
Maria Luisa Toller