Era il 3 giugno 1979, Solennità di Pentecoste, quando Paolo ed io ci siamo incontrati per la prima volta con don Domenico.
È stato un incontro strano, particolare, originale; un incontro che ha cambiato letteralmente la nostra vita. Tra noi tre è successa una cosa inspiegabile dal punto di vista umano: abbiamo sentito fin da subito un grande amore che ci legava l’un l’altro e un grande amore per Dio, per il Vangelo.
Abbiamo deciso allora di mettere in comunione tutto: la nostra vita, i nostri beni, i soldi, le parti buone e quelle cattive di noi, le parti sane e quelle ammalate, la libertà, i condizionamenti, le virtù e i difetti. Abbiamo deciso di consegnarci a Dio, di condividere la vita, cercando di portare sempre più la fede e il Vangelo nella nostra esistenza.
Non avevamo per niente chiaro il progetto di Dio: solo camminando, il progetto si è svelato e rivelato!
Io e Paolo eravamo giovani sposi, di 26 e 31 anni, don Domenico un prete di 54 anni, che però aveva capito e intuito, con una consapevolezza maggiore della nostra, che quello che ci stava capitando poteva essere la volontà di Dio.
Via Pacis è nata il giorno di Pentecoste, per cui era lo Spirito Santo a guidare la nostra vita; pregavamo e digiunavamo, chiedendogli luce per fare la volontà di Dio.
Attorno a noi hanno cominciato ad aggiungersi altre persone. Don Domenico ha guidato per alcuni mesi, forse un anno, il primo nucleo comunitario, poi ha avuto un’intuizione straordinaria e ha detto a Paolo e a me: «Io voglio fare il prete (celebrare e confessare, che era proprio il suo carisma particolare); seguite voi la Comunità Via Pacis (al tempo “Shalom” – Ndr)».
Questa scelta è stata profetica: in questi anni ci siamo accorti che solo tirandoci indietro di un passo, potevano emergere gli altri. Come all’inizio don Domenico ha fatto un passo indietro, permettendo a me e Paolo di crescere notevolmente come laici, così poi Paolo, anni fa, ha lasciato la presidenza di Via Pacis onlus e, dopo 40 anni, ha deciso anche di lasciare la presidenza della Comunità.
Quando abbiamo iniziato, con un’esperienza di vita convivente sotto lo stesso tetto pur essendo molto diversi, abbiamo capito che all’inizio può essere tutto facile per un’azione di grazia, perché avviene un riorientamento delle nostre facoltà, delle nostre capacità… quasi come quando ci si innamora, e tutto va a posto. Ma la convivenza non è sempre stata facile, è stato necessario armonizzare le nostre vite, i nostri gusti, le nostre abitudini, i nostri stati di vita (matrimonio e sacerdozio).
Don Domenico è morto il 20 giugno del 2003, nel giorno dell’anniversario della morte di sua mamma, a cui era molto legato. Il 16 giugno prossimo lo ricorderemo con una Santa Messa nella Chiesa Collegiata di Arco (TN) alle ore 20:00.
Da quel 3 giugno 1979 sono passati 45 anni e siamo gli stessi… ma non siamo più gli stessi.
Questo carisma di pace e riconciliazione è come un piccolo seme che, nonostante noi, con stupore, è diventato un grande albero, una grande magnolia… e ha raggiunto tante persone in molte parti del mondo.
Come ci diceva il Card. Rylko in occasione del 30° di fondazione: «…non pensiate di sapere già tutto sul vostro carisma, perché il Signore usa la legge della gradualità: oggi state scoprendo delle cose che non vi immaginavate qualche anno fa e le generazioni future saranno meravigliate di scorgere qualcosa che voi, oggi, non avete ancora conosciuto… Lo Spirito Santo vi riserva ancora molte scoperte e sorprese, perché il carisma è sempre in evoluzione».
di Eliana Aloisi, fondatrice