Dal 2 al 4 giugno scorso si è svolto presso il Centro Internazionale di Arco, il Meeting annuale di Via Pacis. Un’occasione preziosa per riprendere, ampliare e approfondire le relazioni fra i membri e con quanti condividono le finalità dell’Associazione o desiderano usufruire di un’esperienza formativa e fraterna.
“A te, per Te – Uscire da sé per ritrovarsi”, il titolo del convegno, che il Cardinale Farrel, Prefetto del Dicastero vaticano per la famiglia, i laici e la vita, nel suo saluto ha interpretato così: «Uscire da sé potrebbe sembrare una richiesta esigente e un ideale elevato, riservato a pochi, ma, se ci pensiamo bene, non è altro che il dinamismo proprio dell’amore, e perciò ognuno di noi lo comprende bene e, in qualche modo, ha in sé quest’esigenza. (…) Uscire da sé rimarrà sempre una sfida, persino tra coniugi, tra genitori e figli, tra amici, tra colleghi di lavoro… anche tra fratelli e sorelle nella fede. (…) Per questo è indispensabile la presenza dello Spirito Santo in noi».
Nelle tre giornate il biblista Gregorio Vivaldelli, il presidente di Via Pacis Ruggero Zanon, i fondatori Eliana Aloisi e Paolo Maino, l’Arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi e altri relatori hanno proposto riflessioni e testimonianze, alternati a momenti intensi e coinvolgenti di preghiera e di lode e spazi di condivisione.
Paolo Maino, fondatore di Via Pacis, ha ricordato l’esperienza della pandemia, con tanta sofferenza, dolore, lutti. «Speravamo che, terminata la pandemia, tutto sarebbe tornato come prima. Pensavamo che il dolore comune ci avrebbe reso più fratelli, più attenti agli altri. Ma così non è stato. Sulla maggioranza delle persone l’esito della pandemia è stato proprio l’opposto: il rinchiudersi maggiormente in sé stessi. Poi è iniziata questa guerra in Ucraina, così vicina e così coinvolgente. C’è la tentazione di fuggire da questa realtà e di rifugiarsi nei nostri piccoli mondi. (…) La grande sfida è la fraternità, lo stile di vita che diventa imparare ad ascoltare tutti, sopportare i nostri disaccordi, armonizzare le nostre differenze, camminare insieme, sentirsi parte di un unico grande popolo».