Il 3 luglio prossimo si apre l’Assemblea Generale, che definirà le linee del cammino dell’Associazione per i prossimi 5 anni ed eleggerà il Presidente e il Consiglio Generale. Cinquantacinque sono i delegati, di 4 continenti, che si riuniranno in Italia al Centro Internazionale Via Pacis di Arco (TN) e in Colombia presso il Centro Via Pacis di Armenia (Quindio). Abbiamo chiesto ad alcuni dei delegati italiani come vivono la preparazione all’evento.
Per Giampietro, della Comunità locale di Arco, «l’Assemblea generale è uno dei momenti più importanti per verificare lo “stato di salute” dell’Associazione alla luce della missione che Dio e la Chiesa ci affidano. Come delegato sento la responsabilità di interpretare il più fedelmente possibile quello che Dio vuole per il futuro della nostra realtà».
Anche Sabrina, che proviene dalla Comunità di Borsea (RO), ha dato la sua disponibilità ad essere eletta come delegata: «mi sto preparando con impegno, tramite anche l’Instrumentum laboris, in collaborazione con mio marito, affidandomi a Dio e al sostegno della preghiera di tanti fratelli e sorelle. L’Assemblea si avvicina e il senso di responsabilità verso l’Associazione e i fratelli e le sorelle di Via Pacis che mi hanno scelto si fa sempre più forte».
Per Alessandra, di Trento, «essere delegata è una grande responsabilità, ma allo stesso tempo un dono. Il dover fermarmi e riflettere sull’Instrumentum laboris mi ha permesso di riprendere in mano il motivo della mia scelta di fare l’Alleanza, ma anche ripensare il mio essere cristiana e di come, vivendo nell’Associazione Via Pacis, faccio parte della Chiesa universale».
«È la seconda volta che partecipo a questo evento – scrive Maria, da Melicucco (RC) – e non nascondo la mia emozione a parteciparvi, ma è anche l’occasione di poter incontrare tante persone con le quali, negli anni, ho condiviso dei bellissimi momenti, e che hanno influito in modo positivo nel mio cammino di vita e di fede».
Danilo, di Arco, è membro di Via Pacis fin da giovanissimo. Spiega così la sua decisione di offrire la sua candidatura per il nuovo Consiglio Generale: «come un figlio adulto che, ad un certo punto, vuole contribuire ancora di più al sostegno e alla gestione della sua famiglia, ho sentito nel cuore la spinta impellente a mettermi a disposizione per capire come Dio voglia usarci per portare il carisma Via Pacis nel mondo. Vedo l’Assemblea come un’occasione speciale per condividere e armonizzare idee e proposte in modo che diventino l’asfalto della strada su cui far correre il carisma Via Pacis».
Abbiamo sentito anche Emanuele, di Rovereto, 28 anni, il più giovane dei delegati: «Via Pacis è una realtà riconosciuta dal Vaticano a livello internazionale. Questa Assemblea è il momento istituzionale più importante nell’arco di 5 anni. Essere un delegato che parteciperà ai lavori che definiranno le linee guida per il cammino dei prossimi 5 anni è un privilegio che porta con sé una responsabilità, verso l’Associazione sì, ma soprattutto verso la Chiesa e il mondo». Emanuele ha deciso di candidarsi per il Consiglio Generale «perché – spiega – sento questa realtà come mia, e in quanto tale desidero potermene prendere cura attraverso questo servizio, con la consapevolezza di poter dare il mio contributo, frutto del cammino personale e comunitario fatto in questi anni. Responsabilità e appartenenza dalle quali sgorga la gioia, che diventa il motore del mio impegno».