Carissimo, acuto e … impertinente come sempre! Sì, c’è un altro lato della medaglia: il digiuno su una faccia e la decima sull’altra. Due D: digiuno e decime (intese come condivisione con i poveri) vanno avanti assieme. L’effetto che il digiuno provoca nel nostro corpo, la decima lo provoca nella nostra psiche. E per la legge del contrappasso, il vuoto nel tuo stomaco diventa pienezza nello stomaco di altri.
Come già ti accennavo, un effetto, forse il più sconvolgente soprattutto per la mia mentalità, dell’incontro con Dio, è stata la decisione di riconoscere a Lui, ogni mese, la decima parte dei nostri stipendi. Avevamo da poco scoperto la potenza e la vitalità della Parola di Dio e Paolo, mio marito, ha inciampato nel profeta Malachia:
“Portate le decime intere nel tesoro del tempio perché ci sia cibo nella mia casa; poi mettetemi pure alla prova in questo, se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi benedizioni sovrabbondanti”.
Un pugno nello stomaco, una sfida: al nostro perbenismo, alla nostra economia familiare, al credere davvero alle promesse di Dio, al passare dai buoni e bei pensieri alla loro attualizzazione pratica, al fidarci concretamente di Dio.
Capivamo che l’amore concreto per Lui passava attraverso l’amore concreto per le persone nelle quali si era identificato: i poveri. Inoltre, prendevamo coscienza con sgomento e inquietudine che eravamo in quel terzo dell’umanità che sta bene, che vive ben coperta nelle proprie case. Che l’amore non era questione di proclami o belle parole, ma di gesti concreti. Diventava evidente che se la fede, l’amore per Lui, l’essersi scoperti amati e prediletti, non passa per il portafoglio, non è fede autentica.
Provengo da una famiglia numerosa dove i soldi erano contati e dove il chiederli, per qualsiasi necessità, era una tragedia. Ho imparato una rigida gestione delle spese, la paura di non avere mai soldi sufficiente e … una relazione difficile e faticosa con il denaro. La proposta della Bibbia era follia pura, una sfida diretta a questo mio mondo interiore, dove veniva messa la scure alla radice. Con una sensazione da vertigine. Spinti da un amore grande che ci aveva conquistati, da un po’ di pazzia e di coraggio, abbiamo accettato la sfida.
Questa nostra resa a Dio ha provocato un’onda di ritorno. O meglio: come un sasso in un lago, ha creato cerchi concentrici sempre più grandi fino a diametri impensabili. Il primo effetto inaspettato, strepitoso e immediato è stato un respiro di libertà. La mia libertà. Si era dissolta una rete che mi teneva impigliata e imbrigliata. E potevo respirare, potevo usare del denaro senza lasciarmi usare da esso. Che gioia! E con questo respiro ampio, con entusiasmo e gioia ho iniziato a parlare di questa scoperta e di questa scelta. Effettivamente il bene è diffusivo di sé. Per contagio, altre persone hanno iniziato a condividere questa nostra pazzia e nel giro di quarant’anni il cerchio nell’acqua è arrivato molto lontano. È diventato cibo, pozzi, scuole, medicinali, ambulatori, ospedali, adozioni morali, luoghi di ospitalità per bambini abbandonati, per ragazze madri, per donne abusate, per chi cerca la propria dignità violata.
Quanti ricordi. Penso ai tanti studenti che hanno scelto di riconoscere a Dio la decima sulla loro “paghetta”; o a Noemi con la pensione minima, felice di poter fare qualcosa per i bambini delle Filippine; o a Rosa, che si è fidata oltre ogni umana ragionevolezza; o a Claudia, che ha offerto ai poveri il suo primo stipendio.
E questo denaro diventa benedizione per chi lo riceve e per chi lo dona. Quante persone, quante famiglie, quanti villaggi hanno ricevuto vita, e vita in abbondanza, attraverso la condivisione dei beni. E da terribile ingenua quale sono, mi verrebbe da chiedermi: cosa succederebbe nel mondo se noi cristiani obbedissimo a questa Parola di Dio?
Sicuramente ora mi chiedi: Dio è stato fedele alla sua promessa, quella di aprire le cataratte del cielo? Non puoi immaginare nemmeno quanto!
Ti abbraccio stretto stretto, grata a Dio che esisti.
Sempre tua Eliana
Dalla Rivista Sulla Via della Pace n°61, articolo di Eliana Aloisi
Counsellor e mediatrice familiare,
fondatrice dell’Associazione Via Pacis
rubrica Carissimo