Filippine: un’immersione di amore e solidarietà

“L’anno 2025 per me è iniziato con un’esperienza di umanità, fraternità e amore che va al di là di ogni cosa mai sperimentata prima. Mentre ero nelle Filippine, mentre incontravo i più di mille bambini sostenuti dalle Adozioni a distanza, le famiglie aiutate da vari progetti umanitari dell’Associazione, gli studenti nelle scuole poverissime che vengono raggiunte dal progetto “Mensa itinerante”, mi sono sentita circondata da un amore profondo, un amore grande e ricolmo di gratitudine…che non posso tenere per me, devo assolutamente condividere con tutti coloro che in tutti questi anni hanno portato le Filippine nel cuore, hanno donato un po’ del loro tempo per pregare per queste persone, e donato un po’ delle loro entrate per prendersi cura di chi ha più bisogno.”

Così ci scrive Elena, assistente operativa per i progetti internazionali, mentre si trova sull’isola di Mindoro insieme a Ruggero, presidente dell’Associazione, Andrea e Sebastiano, due operatori di Aurora Vision.

Ad accoglierli con gioia suor Rosanna Favero, referente dei progetti attivi nelle Filippine e in Myanmar, e le sue consorelle Ancelle Missionare del Santissimo Sacramento, che li hanno ospitati prima sull’isola di Mindoro, poi nella città di Manila.

Elena racconta:

Mentre ci avviciniamo a Mindoro rimango stupita dalla natura meravigliosa che intravedo dal finestrino: spiagge bianche, mare di sfumature d’azzurro mai viste prima, distese di risaie e campi verde acceso. Eppure, purtroppo, quest’isola così bella è estremamente povera, e il suo popolo continua a soffrire. Durante le nostre giornate a Mindoro abbiamo girato l’isola in lungo e in largo per andare ad incontrare ragazzi e famiglie in diversi villaggi.

Ogni villaggio è caratteristico: Santa Teresa sul mare con un tramonto mozzafiato, Malisbong in mezzo ai campi pieni di lavoratori chini per 10 ore al giorno, Tadlok un piccolissimo villaggio di pescatori raggiungibile solo con una lunga camminata sulla spiaggia, Bukal invece più nell’entroterra, vicino ai monti dove abitano i Mangyans, sulle rive di un fiume… nella maggior parte dei villaggi che visitiamo, delle case in cui entriamo, non c’è l’acqua corrente (si usano le pompe/i pozzi comuni e si riempiono i propri catini) e l’elettricità è un lusso che solo qualche famiglia possiede

Ma è bellissimo vedere i vicini di casa correre a tirare un cavo da una casa all’altra per assicurarsi che possiamo usare la corrente elettrica nel caso in cui ne avessimo bisogno, o portare del cibo appena cucinato per accoglierci e assicurarci dell’acqua in bottiglia perché “è tanto caldo, dovete bere”.

“Qui ci aiutiamo tutti” mi racconta la signora Lola, che si prende cura da anni del nipote, rimasto senza genitori. Mani segnate dal duro lavoro, un viso altrettanto segnato dal tempo, ma gli occhi profondi e buoni in cui traspare amore, gratitudine e speranza.

Sono tanti i gesti di solidarietà che vedo in questi giorni: la figlia sedicenne che aiuta la mamma con gli altri sette fratelli più piccoli con il sorriso sulle labbra, la nonna che accoglie in casa gli amici del figlio e cucina per tutti un dolce al cocco, le leader del villaggio che si premurano che anche i bambini delle famiglie più bisognose abbiano qualcosa da mangiare quel giorno, la madre di otto figli che condivide ciò che riceve dal sostegno a distanza con le famiglie vicine perché anche loro in bisogno, le suore che si spendono instancabilmente per gli altri… E mi chiedo se io sono disposta, tutti i giorni della mia vita così ricca e sana, a fare un passo indietro e mettere davanti il bisogno dell’altro, a lasciar cadere una discussione e usare quel tempo per ascoltare qualcuno, a prendere un gelato in meno in estate e donare quei risparmi a chi grazie a quelli mangia per qualche giorno…

Mentre camminiamo tra i campi di cipolle vediamo tanti, troppi, bambini che con le loro velocissime mani trapiantano germogli, i piedi nell’acqua, sotto il sole cocente per dieci ore, per guadagnare cinque euro.

È difficile accettare che i genitori non li stiano mandando a scuola perché hanno bisogno che qualcun altro della famiglia, insieme a loro, porti a casa del denaro per comprare il cibo…

Ma dobbiamo davvero accettarlo? Guardo Ruggero e capiamo che Paolo ed Eliana, ormai quarant’anni fa, ci avevano visto lungo:

non possiamo guardare e rimanere indifferenti, è giusto lasciarci smuovere da queste ingiustizie, e agire.

Cosa possiamo fare?

Le adozioni a distanza sono nate proprio per questo: per salvare dai campi quei troppi bambini che i genitori non possono permettersi di mandare a scuola. E allora da questo viaggio torno consapevole di due cose:

  1. sono chiamata ad essere ogni giorno portavoce di tutti questi bambini che voce non hanno, affinché possano ricevere un’istruzione e un futuro dignitoso. Come? Parlando di loro, di quanto ho visto e conosciuto, e ricordando che l’Adozione a distanza sono 0,85€ al giorno che salvano una vita, una famiglia intera.
  2. tutto l’amore ricevuto, gli abbracci, i MARAMING MARAMING SALAMAT (Grazie mille!) sono per ognuno di noi, di voi, dei benefattori che stanno sostenendo il popolo filippino!
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