COMIGI 2022 “Back to the future”, questo il titolo del Convegno Missionario Giovanile organizzato dalla Fondazione Missio dal 22 al 25 aprile a Sacrofano, Roma. Un convegno che ha riunito circa 350 giovani, missionari, laici e religiosi che desiderano spendere la propria vita per il prossimo, tra cui un gruppo di 11 ragazzi dell’Associazione Via Pacis, partecipanti in collaborazione con il Centro Missionario della Diocesi di Trento.
Il convegno si è aperto con una udienza privata da Papa Francesco che, nonostante i problemi di salute, ha desiderato incontrare i giovani per ringraziarli del loro impegno missionario nella Chiesa e ricordare che la missione è quotidiana, che “la missione è giorno dopo giorno, non una volta per sempre”. Proprio perché Missione non significa solo andare in un Paese povero, ma è mettersi a disposizione nella nostra quotidianità, il Papa ha consegnato ai giovani tre tre verbi: Alzati, Prenditi cura e Testimonia.
Questi verbi sono stati in filo conduttore delle giornate di convegno, giornate ricche di testimonianze, workshop, lectio, tavole rotonde, dialoghi interreligiosi…
Sono state trattate tematiche attuali per permettere ai partecipanti di riflettere su come ciascuno può essere un cristiano attivo, che fa la differenza in questo mondo, che si prende cura del povero, del debole e del pianeta.
Si è parlato di crisi, di guerra, di pace, quella pace che deve partire da noi, dal non vedere più l’altro come un nemico; di dialogo interreligioso, evidenziando come le differenze rendono ancora più bella l’unità; di un Dio che è vivo, sempre presente nella nostra vita e dobbiamo smettere di considerarlo un Dio tappabuchi, da cercare solo quando ne abbiamo bisogno… perché Lui è sempre con noi ed è la nostra forza, che ci permette di alzarci, dalle nostre paure, dai nostri egoismi, dalla pigrizia, e ci spinge ad avvicinarci al sofferente e prenderci cura e testimoniare con la nostra vita la gioia di Gesù Risorto.
E se pensiamo che la missione sia solo per chi è santo, per chi è una sorta di “superuomo”, stiamo sbagliando: la missione è per tutti, parte da noi nel nostro quotidiano, nell’impegnarsi in quei piccoli gesti che fanno la differenza…perché se non ci prendiamo cura noi dei sofferenti, dei deboli e di questo pianeta, chi lo farà?
Come cristiani, ci viene quindi consegnato il mandato missionario: è ora di andare, di rimboccarci le maniche, di non aver paura di fare fatica e di cambiare i nostri piani per avvicinarci a chi ha bisogno di noi, e di testimoniare, con la nostra vita e con un sorriso vero, che la vita è piena in Gesù e che nel donarsi e spendersi per gli altri si raggiunge la vera libertà e felicità.