Venerdì 20 gennaio la chiesa Collegiata di Arco è gremita di persone di ogni età e ogni credo. Si tratta di una preghiera potente nella settimana dell’unità dei cristiani, un momento ecumenico a cui hanno partecipato rappresentanti di varie realtà religiose e civili: assieme a don Francesco Scarin, parroco di Arco, ha presenziato il pastore dr. Timm Harder della Chiesa Evangelica di Merano, padre Augustyn Babiak della chiesa greco Cattolica ucraina di rito bizantino di Rovereto, diaconi e sacerdoti della Chiesa Cattolica locale, associazioni e movimenti religiosi provenienti anche da fuori zona, una rappresentanza del gruppo degli Alpini e dei Vigili del Fuoco e altre autorità civili.
La serata si è aperta con un’introduzione di don Francesco ed è proseguita in un susseguirsi di letture (in quattro diverse lingue), canti e preghiere spontanee. Ad animare la celebrazione il gruppo musicale della Music Worship School di Via Pacis, che ha proposto una coreografia in cui quattro bambine intrecciavano fili colorati in segno di unità.
«Il nostro più grande desiderio è quello di riunire più persone possibili superando quelli che possono sembrare ostacoli come lingua, religione, razza, estrazione sociale, per pregare insieme per la pace – spiega Mariarita Cazzaniga, direttore artistico della Music Worship School – perché è l’unità nella diversità che fa la differenza».
La musica ha guidato la preghiera e cullato i sentimenti in un momento che, come racconta il diacono Tiziano Civettini, «ha toccato i cuori dimostrando che l’unità dei cristiani non è una questione che possiamo affrontare con riunioni di teologi, ma che deve partire dal comune desiderio di pace». Arco si è colorata di lingue e culture diverse «al punto che potevi dimenticarti di essere ad Arco e scoprire che la Chiesa è in tutto il mondo». È stato un momento intenso che si è concluso con l’invito di don Francesco a proseguire la vita quotidiana sulla via della pace.