Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, lo affermava con forza nel febbraio scorso. Il senso di impotenza ci accomuna, credenti e non credenti, davanti all’orrore della guerra in Ucraina e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo. Dopo un approfondimento sulla situazione geopolitica, Riccardi richiamava alla necessità di farci carico del desiderio di pace che l’umanità porta in sé come «retaggio della creazione». Attraverso la cultura, la partecipazione, la solidarietà, che «è un atto di fraternità che erode la lontananza e scavalca le frontiere, è un atto politico che consolida la famiglia dei popoli».
«Dovremmo pregare di più per la pace nelle chiese, i nomi dei paesi in guerra dovrebbero scorrerci tra le mani come i grani del Rosario. Sono tanti i paesi in guerra che ci vuole un intero Rosario. Scriveva il teologo riformato Karl Bart: “Dio non è sordo, ascolta, agisce, Egli non agisce allo stesso modo, se preghiamo o non preghiamo”. Sì, le nostre preghiere sono misere, fragili. Ma nonostante questo quello che conta non è la forza delle nostre preghiere, ma che Dio le ascolta».
L’Associazione Via Pacis, in collaborazione con la parrocchia di Arco, ha organizzato ancora una volta una Preghiera Internazionale per la pace presso la chiesa Collegiata di Arco, assieme a don Francesco Scarin, parroco della Chiesa Cattolica di Arco, al Dr. Arndt Noack della Chiesa Evangelica di Arco e don Augustyn Babiak Chiesa Greco-Cattolica Ucraina di Rito Bizantino, con la partecipazione di YWAM Trentino, movimenti, associazioni, autorità civili e religiose.
Scrive Hans Kolb, referente della Chiesa Evangelica di Arco: «Un’enorme forza si è sprigionata dalla preghiera per la pace, una pace più che mai desiderata in questi tempi […]. Le preghiere per la pace sono state pronunciate in molte lingue: italiano, inglese, tedesco, ucraino, rumeno e pakistano. Se ognuno di noi – diceva il sacerdote don Francesco – è interiormente in pace e mantiene la pace verso ogni altra persona, allora ognuno di noi può contribuire alla pace. Andando oltre, non ci sarebbero guerre, o dispute su piccola scala, se ognuno fosse disposto a saltare la propria ombra e ad avvicinarsi pacificamente ai propri simili. In questo senso, la preghiera internazionale per la pace è stata anche uno spunto di riflessione per tutti noi».