Terra del caffè e foresta amazzonica: questi i luoghi che hanno accolto il presidente Ruggero Zanon assieme a Samuele ed Elena, dal 7 al 18 dicembre 2023. Un tempo di Avvento vissuto fraternamente, incontrando Via Pacis Colombia per il primo Meeting Via Pacis America Latina, i tanti collaboratori per i progetti di solidarietà presenti sul territorio colombiano, e successivamente Via Pacis Ecuador e i beneficiari dei diversi progetti sostenuti.
Racconta il presidente:
Uno dei tanti luoghi comuni vuole che i bambini poveri, pur non avendo nulla, siano felici (mentre noi, che abbiamo tutto – o quasi -, siamo ostaggio della tristezza). Quasi una sorta di compensazione che ci siamo costruiti per sentirci meno in colpa.
Ma la realtà è drammaticamente diversa. Girando per le capanne a bordo strada della foresta amazzonica dell’Ecuador o per le baraccopoli di Armenia (Colombia), è fin troppo facile imbattersi in sguardi spenti, inconsolabili, soprattutto fra i più piccoli.
La povertà qui non è solo mancanza del necessario (cibo, vestiario, scuola, salute), ma è una sorta di buco nero che fagocita tutto, compresa l’incertezza del futuro e la certezza che il presente non sarà diverso dal passato. E nel vuoto di quella disperazione si annidano spesso violenza, solitudine, disillusione.
Lottare per sopravvivere non basta. La sfida è vivere: vivere una vita che abbia un senso, amare ed essere amati. Perché è l’amore che ci fa vivere.
In questa parte del mondo non c’è tempo per lasciarsi prendere dall’angoscia o dalla preoccupazione, perché occorre pensare ad arrivare a fine giornata.
In una realtà in cui manca tutto, l’aiuto materiale è necessario, vitale. Ma, ancora una volta, è la relazione a vincere. Stare con gli ammalati, pregare con loro e per loro, guardarli negli occhi e portarli nel cuore: è questo ciò che desiderano di più, ed è questo che chiedono quando entri nelle loro case, perché la povertà più grande è sempre la solitudine.
Ma è proprio qui, fra vite spezzate e cuori inconsolabili, che il carisma della pace e della riconciliazione che ha stravolto le nostre vite mostra tutta la sua incredibile vitalità. Quella, ad esempio, di una madre lasciata dal marito che, da sola, da più di vent’anni dedica la vita al figlio disabile e aggressivo; quella di due genitori, con due figli, che hanno deciso di adottare una bambina cerebrolesa, cui si dedicano anima e corpo da più di dodici anni; quella di una donna che da tre anni si trova inchiodata a un letto, ma che con una forza invidiabile offre ogni giorno la sua sofferenza a Dio e a Via Pacis. O quella di una madre che per otto mesi ha mollato tutto per andare ad assistere il figlio in un letto di ospedale in un Paese straniero, di cui non conosceva nemmeno la lingua.
Ferite che non sembrano rimarginabili, dolori travolgenti, che solo un Amore più grande può superare.
Di fronte a queste vite salvate, di fronte a questi eroi di cui non sentiremo mai parlare, non possiamo non vedere che Dio è all’opera.