Quest’anno il tempo di Avvento, che ci prepara al Natale, ci introduce anche al Giubileo, che il Papa ha voluto sotto il segno della speranza.

«Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio» scrive il Papa.

Noi sappiamo qual è il bene che attendiamo: Gesù Cristo, il Figlio, Colui che ci attira al Suo cuore per darci vita piena. Così ci esortava don Domenico Pincelli, uno dei fondatori di Via Pacis, di cui ricorre nel 2025 il centenario della nascita: «Cristo è la fonte di tutto, è la sorgente di tutta la nostra forza e santificazione, tutto viene da Cristo: non c’è più nulla da aggiungere, fratelli, nulla da aggiungere a quanto il Cristo ha compiuto, c’è solo da attingere. Vedete allora come viene ribaltata una nostra attitudine: noi siamo sempre lì a guardare quello che facciamo per il Signore. Una volta tanto, fermiamoci, guardiamo quello che Cristo fa per noi. Noi non facciamo niente perché il sole sorga, eppure il sole sorge, compie il suo giro quotidiano e il suo giro annuale e feconda la terra, la fa germogliare, la fa fruttificare. È il Cristo che attendiamo nell’Avvento, è Lui che con la sua potenza divina irrompe nella nostra storia».

La speranza che viviamo deve tradursi in “segni di speranza”: come ci invita ancora il Papa, nel testo che introduce al Giubileo, «sì, abbiamo bisogno di “abbondare nella speranza” (cfr. Rm 15,13)
per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza».

Date da ricordare: