Oggi in programma c’è la visita ad una delle carceri di Nairobi. Ho provato ad immaginarmi come possa essere, che cosa troveremo, e che cosa potremmo dire. La realtà supera l’immaginazione: dietro un grande cancello si dischiude un mondo desolato, che evoca i campi di concentramento che pensavamo ormai consegnati alla storia. Con il capo rasato, tutti vestiti con il classico pigiama a righe, alcuni detenuti sono in fila all’aperto per il rancio, altri impegnati in alcuni lavori, altri intenti a stendere i propri indumenti sul reticolato spinato.
Altri – giovani e meno giovani – ci attendono nella cappella per un percorso di guarigione e pacificazione delle ferite della vita.
Un giovane uomo, con la luce negli occhi, mi dice che uscirà nel 2030. Lo attendono ancora sette lunghi anni da trascorrere dietro quelle mura contornate da filo spinato, da solo con il proprio rimorso.
Ma più la giornata scorre, più il perdono e l’amore di Dio scendono come balsamo sulle ferite aperte di questi prigionieri, e più vedo in loro degli uomini liberi, con il coraggio di essere sé stessi, di mostrarsi senza paura per quello che sono, con i propri limiti e le proprie fragilità.
«Ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,36b): che forza questa Parola, che ci rivela il volto di un Dio che ha deciso di lasciarsi identificare con i mali peggiori, senza salvare nulla di sé per salvare tutto di noi. La Tua presenza, Gesù, è palpabile.
Quante volte, con leggerezza, abbiamo pensato di rinchiudere tutto il male della società in una prigione, e poi gettare via la chiave? Quanta superiorità, quanti giudizi sommari e senza appello, quanta arroganza nei confronti di chi sta pagando con la sua vita per gli errori commessi.
Ci sentiamo di chiedere loro perdono per il nostro pregiudizio, per il nostro sentirci migliori di loro, per l’illusione di voler esorcizzare il male escludendolo dalla nostra vita. Ci inginocchiamo davanti a loro. La loro preghiera su di noi è uno squarcio di luce fra le tenebre del male. Anche qui l’amore è sempre più forte.
Dal viaggio in Africa del Presidente di Via Pacis, Ruggero Zanon, e la Responsabile di Area dei Paesi anglofoni, Nadia Armellini che nell’agosto 2023 hanno visitato le Comunità Via Pacis in Kenya e in Uganda