Torniamo agli anni in cui Via Pacis nasceva: erano anni di una forte esperienza e intimità con Dio, in cui iniziavo anche a prendere coscienza di alcuni miei problemi che, però, dal momento in cui avevo incontrato Dio, sembravano misteriosamente scomparsi. Era un’esperienza molto concreta, in cui Dio rispondeva a tutto! Nonostante questo, mi rendevo conto che c’erano delle problematiche che la preghiera non riusciva a risolvere.
Una mattina ricordo d’aver chiesto al Signore: “cosa facciamo in questi casi?” Stavo leggendo la Bibbia e mi ha colpito un versetto: «…avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento…» (Eb. 12,1-2). Ricordo poi di aver chiesto a Dio: “Cosa significa questo?” e immediatamente ho avuto l’immagine di un laghetto di montagna, molto limpido e trasparente; bastava però agitare leggermente le acque e diventavano melmose, come se dal fondo salisse del fango. Ho capito che quel laghetto ero io: il mio “fondo” era la mia vita passata che stava inquinando il mio presente. Questa è stata l’intuizione iniziale. Dall’intuizione iniziale siamo poi passati all’applicazione pratica, inizialmente molto artigianale. Solo in un secondo momento ci siamo resi conto che anche in questo ambito eravamo come “nani sulle spalle di giganti” che prima di noi avevano sperimentato la pacificazione di Dio, primo fra tutti sant’Ignazio di Loyola.
La mia pacificazione è stata molto “imparaticcia”, perché sono stata il prototipo da cui siamo partiti. C’era l’intuizione, ma non c’era la pratica. Condividendo con Paolo, ma soprattutto con don Domenico, ho cercato di fare quello che la visione mi diceva, ovvero lasciar emergere la parte inquinante della mia vita: all’epoca avevo già perso due figli, ero stata sterilizzata, per cui avevo tanti condizionamenti alle spalle. Questa è stata la prima cosa che Dio ha fatto nella mia vita: quando ho incontrato il Signore ero davvero angosciata dalla mancanza di figli e Dio mi ha tolto l’angoscia. Se Lui non avesse toccato questo aspetto della mancanza di figli, mi sarei attaccata morbosamente alle persone che man mano arrivavano in Comunità.
L’immagine biblica che per me esprime in sintesi questo elemento del carisma Via Pacis è «…trasformerò la Valle di Acor in porta di speranza…» (Os. 2,17): la pacificazione è saper trasformare – con Dio – il luogo della distruzione in luogo di speranza, dove le difficoltà, i fallimenti, i lutti possono diventare opportunità di vita nuova.
Eliana Aloisi Maino