Attraverso varie letture e corsi di studio, ho imparato che c’è una parte di noi che rimane per sempre “bambina”: ingenua, desiderosa di affetto, di cure, di conferme, giocherellona, che si stupisce della bellezza, genuina e sincera, ma anche molto vulnerabile e incapace di autodeterminarsi, in ricerca costante di approvazioni e di carezze, nonché di sguardi benevoli. Questa parte di noi è più o meno ferita, ha attinto a ciò che le è stato dato dai genitori e porta dentro di sé tutto il bagaglio delle esperienze infantili fatte.
In questi percorsi ho compreso che ci si può prendere cura di questo bimbo, con la nostra parte adulta, sana. Che si può accoglierlo, accettarlo, comprenderlo. Ma non riuscivo ad accettare la mia infanzia, segnata da gravi perdite e lutti. Dio mi è venuto incontro attraverso il percorso di accompagnamento, dove ho cominciato a presentare la mia bimba interiore a Gesù e invitarla ad andare da Lui, immaginando come Lui la accoglieva e l’abbracciava, e pian piano sono caduti tutti quei giudizi severi, o quel rifiuto della mia vulnerabilità che avevo ancora di riserva.
Ho sentito che Gesù le diceva: “tuo è il Regno dei Cieli, non temere, io sono con te, ti conosco per nome…tu mi appartieni! con la tua bocca voglio affermare la mia potenza”.
Ho compreso che Gesù, come solo Lui sa fare, ci guida alla riconciliazione ed alla pacificazione interiore anche della nostra infanzia, che certamente non può essere cambiata, ma può sicuramente essere riscattata.
I. (Italia)