Qoelet, il cercatore

C’è un libro, nella Bibbia, davvero particolare, anche nel nome: il Libro del Qoèlet.  È molto piccolo – solo 12 capitoli – ma è una perla preziosa.

L’autore di questo libro è lui, Qoèlet, figlio di Davide, un pensatore o, meglio, come lui stesso si definisce, “un cercatore”: «Mi sono proposto di ricercare ed esplorare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo» (Qo 1,13). Come sei ardito e coraggioso, Qoèlet… non “ti lasci vivere”, non sopravvivi alla vita, ma vuoi «scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita» (Qo 2,3).

Mi vedo in te, mi rivedo giovane a interrogarmi e chiedermi: perché vivo? Come spendere bene la mia unica vita, la vita che Dio mi ha dato?  come realizzarla al meglio?

E ti vedo nei giovani del mio tempo, anche loro alla ricerca del vero senso della loro vita, alla ricerca di una risposta alla domanda: perché vivo? Per chi spendere la vita?

Mi racconti che nella tua vita hai avuto successo, ricchezza, hai goduto di tutto ciò che desideravi (Qo 2,10), hai raggiunto i tuoi obiettivi, hai colmato il tuo cuore di ogni delizia.

Posso immaginarti come un giovane del mio tempo: di bella presenza, un’automobile sportiva, laureato, con un prestigioso lavoro all’estero, affettivamente appagato …

Ma proseguo nella lettura e trovo scritto: «a che giova?» «dov’è il vantaggio?»

Tu, carissimo Qoèlet, che cerchi la verità, come tutti lascerai un giorno la terra, e la tua sapienza a che cosa servirà? Passano i secoli, scorrono le generazioni una all’altra senza lasciare traccia …. Tutti a faticare sotto il cielo per poi lasciare ad altri il frutto della loro fatica.

È questa la vita?

Ma se è questa la vita, forse hai ragione tu, caro Qoèlet: tutto è vanità! Tutto è fugace, tutto passeggero, tutto passa …. Oppure no?

No, se ricominciamo a diventare protagonisti, come te, del grande dono che abbiamo: il tempo! Il tempo non è nostro, ci è donato gratuitamente; e, come scrivi, «per ogni evento vi è un tempo opportuno» (Qo 8,6).

«C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato … un tempo per piangere e un tempo per ridere … un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci …»  (Qo 3,2.4-5).

Caro Qoèlet, forse il problema dell’uomo del mio tempo è che ha dimenticato di vivere il suo tempo con consapevolezza, e non “lasciarsi vivere”. Ha dimenticato di farsi le grandi domande che tu hai fatto al tuo cuore.

Ha dimenticato che ogni giorno può scegliere per chi vivere e come giocare al meglio il tempo della sua vita. Ha dimenticato che non è la stessa cosa vivere per soddisfare il proprio io, o vivere per e con Dio.

 

Lucia Romani

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