Nell’analisi di un testo narrativo è molto importante il punto di vista con cui vengono esposti i fatti. Ancor più nello svolgersi della nostra storia il punto di vista è una chiave di lettura tanto importante quanto potente; ha la capacità di creare una visione d’insieme coerente, ma anche un conflitto irreparabile a causa della sua incomunicabilità. E quindi? In che modo bisogna rapportarsi coi diversi punti di vista?
La risposta più immediata a questa domanda ce la danno probabilmente il cinema e la letteratura, dove un meccanismo narrativo permette di mettere in scena e raccontare i diversi POV (Point of view) dei personaggi, ognuno portatore della sua verità.
Lo spettatore ed il lettore, attraverso l’esposizione delle varie parti, riescono a ricostruire la realtà dei fatti. Ma basta questo?
Spesso mi capita, aprendo Instagram, di trovare commenti e opinioni su qualsiasi cosa. Tanti punti di vista disordinati che pretendono di avere tutti la stessa autorità. Ma è davvero così? Il mio punto di vista su un vaccino può avere lo stesso peso di quello di un medico? Il mio punto di vista su come costruire una casa può pesare tanto quanto quello di un ingegnere? Posta in questi termini la risposta appare evidente: il parere degli esperti è sempre il più autorevole. Ma quanto siamo disposti ad ascoltare? Quanto siamo disposti a lasciare da parte il nostro punto di vista?
Il mio punto di vista è la lente con cui mi rapporto alla realtà. Una lente che si compone del mio vissuto, delle mie esperienze, delle mie opinioni, della mia professione e del mio studio. Nei suoi diversi aspetti la realtà richiede diversi sguardi, per questo è necessario dare un’autorità diversa ai diversi POVs.
Si potrebbe dire che la nostra vita somiglia ad un romanzo giallo: siamo come l’ispettore che deve trovare la Verità tra tanti testimoni. Sta a noi decidere di chi fidarci. Possiamo scegliere di dare lo stesso peso a tutti i testimoni, possiamo scegliere di confidare negli esperti, possiamo scegliere di non fidarci di nessuno ecc.
L’unica cosa certa, per ogni ispettore, è che l’unico modo per arrivare alla Verità è ascoltare attentamente.
Ma questa è un’arte da imparare: invece di subire il brusio assordante di voci che ci seducono o che ci minacciano, saper dare ascolto al nostro punto di vista, a quello degli altri e – come cantava De Andrè – al “punto di vista di Dio”.
Dalla Rivista Sulla Via della Pace n° 64, articolo di Daphne Squarzoni
Studentessa in Studi storici e filologico-letterari
Rubrica Check Point