Uganda, terra assetata di pace e perdono

Dal 1 al 12 agosto una delegazione Via Pacis dall’Italia e una dal Kenya hanno raggiunto e visitato la comunità Via Pacis di Kampala, Uganda.

Sono stati giorni intensi con momenti di formazione e condivisione con i membri della comunità di Kampala, con il primo Meeting Via Pacis Uganda e incontri di preghiera comunitaria in varie parrocchie della zona. I tre team – Uganda, Kenya e Italia – hanno lavorato insieme per continuare a portare il carisma della pace e della riconciliazione in questa terra assetata di pace e di perdono. 

Tra i momenti più toccanti e intensi del viaggio ci sono stati proprio i momenti di preghiera di pacificazione interiore durante i quali abbiamo visto all’opera nella vita dei partecipanti il Dio della pace.

Abbiamo visto le persone aprire il proprio cuore all’azione di Dio, presentare a Lui le proprie sofferenze e ferite. Alcuni di loro ci hanno poi raccontato di aver sperimentato una grande pace, altri hanno condiviso di essere riusciti finalmente a perdonare quel familiare, altri si sono sentiti finalmente liberi.

Ci sono state poi le giornate dedicate ai ragazzi di strada, alle donne sole e alle famiglie dello slum di Katwe, dove Via Pacis da tanti anni porta sia aiuto concreto attraverso progetti di solidarietà, sia aiuto umano attraverso i membri della comunità Via Pacis Kampala. Abbiamo trascorso con loro del tempo e abbiamo avuto la possibilità di ascoltare le loro storie. Storie piene di sofferenza, solitudine, abbandono, povertà, ma anche piene di gratitudine per l’aiuto ricevuto da Dio e dall’Associazione.

I ragazzi e i bambini di strada sono tantissimi e arrivano a Kampala da tutta l’Uganda in cerca di fortuna, lasciando alle spalle famiglie che non sono state in grado di prendersene cura. Nonostante la vita difficile che conducono, qualcuno ci ha condiviso che quando si alza la mattina trova comunque la forza di ringraziare Dio per riuscire a sopravvivere.

Le famiglie e le donne dello slum di Katwe vivono invece in case che noi difficilmente chiameremmo tali. Sono baracche, minuscole, buie e spesso maleodoranti.  Vivono in condizioni per noi impossibili da immaginare e concepire. Eppure, anche loro, nonostante le difficoltà e le preoccupazioni, sembrano trovare sempre la forza per guardare avanti.

Davanti alle loro condizioni di vita ci siamo sentiti piccoli e impotenti. L’aiuto che portiamo a queste persone, attraverso gli attuali progetti di solidarietà, è solo una piccola goccia nell’oceano della sofferenza e povertà che abbiamo trovato qui. Seppur piccolo, abbiamo toccato però con mano che

ogni aiuto può davvero essere una goccia di speranza e generare del bene.

In queste persone, poi, non abbiamo trovato solo la necessità di aiuti materiali (cibo, vestiti, medicinali…), ma anche il desiderio e il bisogno di essere amati, sostenuti, confortati da Qualcuno di più grande. La nostra missione in questi giorni è stata anche quella di far conoscere loro un Dio che è amore, pace, conforto e sostegno nelle avversità.

Nei giorni trascorsi in Uganda abbiamo cercato di essere per gli ultimi un segno visibile e tangibile della tenerezza misericordiosa di Dio, portatori della Sua pace.

Farci vicini al più povero, all’escluso, al solo, all’abbandonato e amarlo come fosse nostro fratello non è sempre facile o immediato, ma questo non è solo la missione di cui abbiamo fatto esperienza in questo viaggio, ma è anche la sfida che ci portiamo a casa e che vogliamo condividere con tutti voi.

Perché Il mondo non cambia senza di noi, il mondo non cambia senza di te.

 

Martina Sartorelli

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