Una parola per la vita

«Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi» (1Pt 4,13-14).

La prima impressione davanti questo testo è questa: se state male, rassegnatevi… verrà un giorno in cui sarete consolati…

Anche Gesù, nelle beatitudini, dice qualcosa di simile: «Beati voi, che ora piangete, perché riderete» (Lc 6,21b).

In realtà, ai poveri, ai sofferenti, agli umiliati, agli offesi, Gesù indica un modo per DECIDERSI per la beatitudine, per la felicità, per la gioia.

Anche Pietro ci dice: Prima di tutto voi appartenete a Cristo e tutto quello che vi accade, accade con lui. Voi non potete cambiare le cose, ma potete decidere se, di fronte a un male, a un’offesa, ad un ostacolo, volete scegliere la morte, facendo la vittima, o scegliere la vita, facendo qualcosa di vitale, che vi darà gioia.

È qualcosa di prezioso da vivere nel carisma di Via Pacis. Don Domenico, cofondatore di Via Pacis, ripeteva spesso che il Signore ci ha dato la chiave: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». (Gv 14,23)

Come possiamo allora “osservare”, cioè fare, mettere in pratica questa indicazione dell’apostolo Pietro? Possiamo decidere, ora, in questo momento, di spostare il baricentro sul fondamento vero, quello stabile, quello che ci sostiene: la Parola di Dio. 

Signore, voglio rispondere al male che mi sta assalendo con qualcosa di vivo, di bello. Allora – dice Pietro – lo Spirito di Dio riposerà su di voi.

Il carisma di Via Pacis ci spinge a fare del bene a coloro che ci odiano: chi ci odia in questo momento?

  • Qualcosa di esterno (una malattia, un ostacolo sul lavoro…)
  • Qualcosa di interno (una preoccupazione, una grossa delusione o tradimento, un rapporto difficile con una persona vicina o in famiglia, un vizio che non riesco a vincere).

Come rispondere per la vita e non per la morte?

Guardando con altri occhi questi mali: benedire le persone, pregare, ringraziare, lodare, affidarsi.

Come scriveva una sorella anni fa, «…è proprio vero, la Parola di Dio è viva e come tale è capace di raggiungere la nostra vita, la nostra mente, il nostro cuore ed è in grado di aiutarci a cambiare. La Parola di Dio non è assolutamente lettera morta o una raccolta di parole stampate racchiuse nella Bibbia. In questi anni ho sperimentato più volte nella mia vita che la Parola di Dio può portare ordine dove c’è confusione, può diventare quell’appiglio a cui aggrapparsi per non affondare, può diventare balsamo sulle ferite, può diventare forza per superare un momento difficile».

 

Tiziano Civettini

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