«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». (Lc 21,36)
Il vegliare e il pregare in ogni momento è la norma di vita del discepolo. Non c’è nessun discepolo vero se non entra in questo stile di vita. La preghiera e la veglia ci rendono più vicini a Gesù che è il Vigilante per eccellenza, è l’Orante continuo. Gesù ha sempre vissuto così, ha vegliato anche l’ultima sera, e ha esortato i discepoli: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione» (Mt 26,40-41). Allora vedete che la veglia, essere svegli, vivere questa veglia spirituale, è qualcosa di sostanziale, perché è lì che si costruisce la nostra vita. Guai se ci lasciamo addormentare!
Il Signore ci chiede la veglia nella preghiera, non perché lui abbia bisogno di noi che vegliamo, ma per il nostro bene. «Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!» (Mc 13,37). Quindi è un comando preciso di Gesù. Il discepolo non può prescindere dal comando «vegliate».
Pensiamo, fratelli, in questo tipo di società, quanti vegliano per motivi sbagliati e bruciano le loro energie nella ricerca del divertimento, oppure mettono a repentaglio tutti i valori e anche la loro salute, per avere un po’ più di soldi, a volte costretti dalle regole del lavoro. E noi, chiamati alla vera veglia, ci addormentiamo!
Concretamente, chiudi la tua giornata col Signore, e il Signore ti sarà vicino, il tuo viaggio nel sonno sarà sereno, luminoso, e il risveglio sarà ancora più sereno, più sollevato.
da un’omelia di don Domenico Pincelli