J. prepara le sue cose e le infila in un sacchetto di plastica. Non ha mai avuto tante cose ed ora è facile metterle insieme e prepararsi a partire. J. ha finito il nono grado da poco e ha deciso di lasciare il suo villaggio Mabini, per trasferirsi dalla zia ad Antique.
Per tutta la sua vita J. ha vissuto a Mabini ed ora deve lasciare tutto ed andare via, guarda le strade malmesse del suo villaggio dove tutto gli è familiare, le piante, le persone, le baracche. Un po’ è triste di dover andare tanto lontano: Antique è su un’altra isola. Gli adulti dicono che sta quasi a 500km di distanza da casa sua e dalla sua famiglia.
Però a volte, bisogna fare dei sacrifici. E J. è grande abbastanza per aiutare la zia ad Antique.
La zia è rimasta vedova da poco e si trova sola sola con tre bambini piccoli, se J. non va ad aiutarla lei rischia di restare senza lavoro e senza cibo per i bimbi. J. sa che sarà faticoso occuparsi dei suoi cuginetti, e forse dovrà lavorare pure lui per aiutare tutti. Lo sa e gli va bene, l’unica cosa che gli importa è di continuare a studiare.
Un giorno sarà adulto anche lui e potrà lavorare, e se sarà fortunato abbastanza, se lo aiuteranno con il sostegno a distanza ancora per qualche anno, riuscirà ad avere un lavoro vero, di quelli che sono pagati come si deve e potrà aiutare la sua famiglia e la zia.
Gli piacerebbe poterli aiutare come stanno facendo con lui: gli mandano dei soldi dall’Italia e con quei soldi lui può studiare e cambiare la sua vita. §
Forse un giorno potrà essere così buono anche lui con un altro: potrà adottare un bambino da lontano o da vicino e farlo studiare e dargli una vita decente.
J. lo spera.
Intanto si accontenta di impegnarsi al massimo per riuscire a studiare e ad aiutare la zia. Anche se vuol dire andare tanto lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia.