La solidarietà che Via Pacis intende non può limitarsi ad un aiuto puramente materiale, ma deve evolversi in relazioni sincere, condivisione di pensieri, di progetti, di vita.
È questo che contribuisce a formare una coscienza sempre più aperta alla carità in tutte le sue forme, ad attingere alla spiritualità del dono, a diventare protagonisti della nostra vita aiutando coloro che incontriamo a diventare anch’essi liberi e consapevoli interpreti della propria vita. Vogliamo superare la concezione assistenzialistica della carità, in cui si distingue ancora troppo chi aiuta da chi è aiutato e comprendere che non conta “quanto e che cosa si dona” ma la “qualità del donare” nel rispetto della dignità di ogni persona.
Le necessità spirituali non possono essere trascurate dai pur urgenti aiuti materiali. Occorre tenere aperta la porta all’umanità sofferente, al grido del povero che chiede non solo cibo, scuole, abitazioni ma accoglienza, condivisione, crescita di paritarie relazioni umane e spirituali.
Solidarietà, nel senso più profondo, richiede il coraggio di non accontentarsi mai, di portare un pezzettino di libertà in quel villaggio, in quella città, in quella capanna, in quella piccola scuola. Avere coraggio anche nelle difficoltà, affinché a vincere sia sempre la speranza, a vincere sia sempre la vita”.
La solidarietà è uno strumento che abbiamo per mostrare al mondo il cuore di Dio.